CuriositàRubricaSicilia

Quando il bagno si faceva a Pasqua – di Nando Cimino

Fin nella prima metà del novecento, e soprattutto nel nostro meridione, tra le classi popolari era uso fare un bagno completo solo una volta l’anno

Oggi quasi tutti facciamo la doccia ogni giorno; pur se tanti medici sostengono che a lungo andare la cosa potrebbe rivelarsi dannosa e che sarebbe più opportuno farla non più di una volta a settimana.

Ma sappiate che fin nella prima metà del novecento, e soprattutto nel nostro meridione, tra le classi popolari era uso fare un bagno completo solo una volta l’anno; e questo avveniva in genere nel periodo di Pasqua. Ciò era dovuto non solo ad una diversa cultura dell’igiene ma anche a fattori contingenti quali la scarsità di acqua corrente nelle case e la mancanza di un luogo adeguatamente attrezzato (leggi bagno) dove l’operazione potesse avvenire in maniera semplice e riservata.

“L’evento” coinvolgeva buona parte della famiglia; infatti c’era sempre bisogno di qualcuno che con un boccale attingesse l’acqua dalla “quarara” dove era stata riscaldata e la versasse sulla “bagnante” che aveva già preso posto nella “pila”. Si perché in assenza della vasca o della doccia si utilizzava lo stesso grosso recipiente di legno che serviva in genere per lavare i panni. La privacy era praticamente inesistente; peraltro, in assenza di un posto adeguato, il tutto si svolgeva solitamente in cucina.

Questo serviva ad evitare di spostare il pesante pentolone con l’acqua calda, ma anche per godere del tepore che la legna ancora ardente emanava. Non c’era il bagnoschiuma ovviamente; e come detergente veniva usato un pezzo di sapone duro passato su una pezza bagnata che “l’aiutante” di turno stricava” sulle spalle della bagnante. Nella fase di risciacquo poi si aggiungeva qualche scorza di limone ma anche qualche fogliolina di alloro o di menta sminuzzata che serviva per profumare.

La complessa operazione durava a lungo, infatti non tutta la famiglia si lavava sempre lo stesso giorno. Alla fine, quasi come fosse stata una sorta di liberazione, ma anche di desiderato piacere, la “lavata” esclamava: “Pari ca mi sentu cchiù leggia”!

Unisciti al gruppo Whatsapp di TelevideoHimera News

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio

Utilizziamo i Cookies tecnici e di terze parti per assicurarti di ottenere una esperienza di utilizzo ottimale nel nostro sito. La prosecuzione nella navigazione (click, scroll,...) comporta l'accettazione dei coockie. LEGGI INFORMATIVA

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi