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Termini Imerese: A Cunfatia Da Sulità – di Nando Cimino

E' una Confraternita composta da soli uomini che, da antica data, si “prende cura” dei due simulacri che ogni anno vengono portati in Processione in occasione del Venerdì Santo

Nella foto di Corrado Chiavetta l’uscita del Cristo Morto dal Duomo con l’urna sorretta dai Confrati della Soledad

A Termini Imerese, con questo appellativo, viene comunemente denominata l’antica Confraternita Della Soledad; il cui titolo completo è “Confraternita del Cristo Morto e di Maria SS. Addolorata della Soledad”.

E’ una Confraternita composta da soli uomini che, da antica data, si “prende cura” dei due simulacri che ogni anno vengono portati in Processione in occasione del Venerdì Santo. Fino a pochi anni fa la Confraternita non era ancora riconosciuta come tale; e si trattava quasi solo di un “comitato” che si riuniva giusto quando c’era da organizzare la Processione. In passato, e per lungo tempo, il gruppo ebbe come suo principale punto di riferimento Don Sinibaldo Benincasa, la cui famiglia fu custode dell’urna del Cristo Morto e di tutti i paramenti usati per la vestizione dei due simulacri.

Oggi succede meno; ma fino a qualche tempo fa, a far parte della Soledad erano solo professionisti; ovvero medici, avvocati, professori e comunque gente ben nota appartenente alla borghesia locale. Corona di spine in testa, una corda al collo (u libbànu), e poi camicia bianca con cravatta nera, ed ancora guanti e vestito nero; questo è il loro abbigliamento usuale. Uno dei confrati, subito dietro l’urna del Cristo Morto, regge una lunga palma segnata a lutto da un nastro nero; palma che fa ondulare in maniera cadenzata. E mentre un altro dei confratelli sostiene una croce nera con i simboli del martirio, la troccula che sostituisce la campanella, viene battuta dal presidente per segnalare le fermate e le ripartenze.

La odierna Confraternita, se pur ufficialmente riconosciuta solo da qualche decennio, era in realtà nata nel lontano 1820; succedendo a sua volta ad un’altra ben più antica, detta proprio “Compagnia della Soledad”. E quest’ultimo riferimento storico ci riporta indietro nel tempo ovvero tra il seicento ed il settecento, quando a Termini Imerese era presente e ben attiva una nutrita comunità spagnola che aveva dato impulso allo sviluppo commerciale della città. Tra questi, come ci suggerisce il Professore Antonio Contino, una famiglia di nome Ragona o Aragona; un vero e proprio casato di cui oggi si ha traccia solo nella toponomastica cittadina; ovvero in una via nei pressi della Villa Palmeri che si chiama appunto Via Ragona.

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