
Fu ill6 gennaio 1980, quarantacinque anni fa, quando venne assassinato Piersanti Mattarella che era appena salito in auto con la moglie, Irma Chiazzese, e i figli Bernardo e Maria, con i quali stava andando a messa. Quell’anno l’Epifania cadeva di domenica e il Presidente della Regione Siciliana nei giorni di festa era solito lasciare liberi gli uomini che lo proteggevano, affinché potessero stare con le proprie famiglie. Questo è Piersanti Mattarella, l’uomo che voleva una regione “con le carte in regola” nei confronti dello Stato e delle altre regioni italiane.
Il nostro attuale Presidente della Repubblica aveva un fratello, anch’egli uomo delle istituzioni, che venne assassinato dalla Mafia ormai quasi quarant’anni fa proprio perché intendeva cambiare le cose nella sua amata Sicilia: quell’uomo si chiamava Piersanti Mattarella.
Dopo una carriera all’interno della Democrazia Cristiana Piersanti al termine di numerosi incarichi che ha ricoperto si distinse per capacità ed onestà, Piersanti Mattarella infatti venne eletto Presidente della Regione Sicilia nel 1978. In quegli anni la Sicilia viveva tempi difficili in quanto Cosa Nostra continuava la sua inarrestabile espansione criminale, lasciando lungo tutta l’isola una scia di sangue senza precedenti.
Piersanti Mattarella possiamo considerarlo un uomo che con impegno, missione e vocazione ha servito le istituzioni nei suoi diversi incarichi ma punto cardine del suo operato è la Presidenza della Regione Siciliana – dove sin da subito appena insediatosi – operò con spirito di servizio.
Il 9 febbraio 1978 un caloroso applauso saluta nella Sala d’Ercole l’elezione del presidente della Regione Piersanti Mattarella che accetta la nomina con riserva…
Piersanti non si lasciò intimorire dalle beghe interne ma cominciò le consultazioni per la formazione del governo dove ebbe un’idea di coinvolgere la società civile e contrastare il malaffare nei palazzi della regione e delle istituzioni.
Oggi a Palermo le cerimonie di commemorazioni in via Libertà a pochi passi dal luogo dell’agguato. Numerosi sono i messaggi di istituzioni che lo hanno ricordato: Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, dice: “Piersanti Mattarella, ucciso dalla mafia quarantacinque anni fa, è ancora oggi un simbolo di coraggio e dedizione al servizio delle istituzioni e della comunità. Il suo esempio ci sprona a combattere la criminalità organizzata e a costruire una società basata su giustizia, legalità e rispetto per il bene comune”. Il Presidente della Camera Lorenzo Fontana, scrive invece: “A 45 anni dal brutale assassinio di Piersanti Mattarella, il ricordo di quell’atto vile rinnova in tutti noi il dolore e lo sdegno per la violenza mafiosa, che ha colpito un uomo simbolo di integrità e impegno civile. Il nostro primo pensiero di cordoglio va al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e a tutti i suoi familiari, ai quali ci stringiamo con profonda vicinanza. Mai si placherà la sete di verità, dovuta a un uomo che ha creduto nella giustizia e nella politica come servizio al bene comune e che ha amato profondamente la sua Sicilia, lavorando con coraggio per un futuro migliore”.