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Il Carnevale Termitano nell’anno 1800 – di Nando Cimino

Abbiamo documenti che ci diano conferma che in epoca ancor più antica a Termini si festeggiasse il Carnevale?

Vi ho precedentemente raccontato di come nel 1876 si fosse costituita a Termini una Società del Carnovale; e del fatto che, e lo scrivo con minime possibilità di errore, di questa associazione facesse parte anche un componente della famiglia Giuffrè Napolitì.

Famiglia che, come è ormai noto e per quello che ci riporta la tradizione orale, già in anni precedenti e proprio in occasione del Carnevale, organizzava una festa popolare fuori Porta Palermo. Questa quasi certezza, se pur indirettamente, ci veniva data anche dalla stessa “Società del Carnovale” che nel suo primo proclama scritto da Giuseppe Patiri si rivolgeva ai termitani affermando che: “…..vi faremo divertire più di quanto non si è fatto negli anni passati….”.

Ma tradizioni orali a parte, abbiamo documenti che ci diano conferma che in epoca ancor più antica a Termini si festeggiasse il Carnevale? Certo che si! Ci sono ad esempio carte del reclusorio femminile di San Pietro in cui si parla di dare ristoro alle donzelle “…..durante le feste di carnovale”; e sempre nel settecento troviamo altri atti pubblici in cui tali iniziative vengono prese pure nei confronti dei carcerati della città. Ci sono poi delibere in cui i giurati termitani programmavano l’acquisto di carne suina per il periodo da Natale al Carnevale perché, proprio in questo secondo caso, il suo consumo aumentava in maniera esponenziale e si disponeva pure di calmierarne il prezzo.

C’è anche, e questa è una curiosità scovata dall’amico Aldo Bacino, un manoscritto del sacerdote don Giò Andrea Guarino che a proposito del Carnevale a Termini così scrive: “……come pure per li Fratelli della detta Congregazione di Gesù e Maria, quando andavano processionalmente per la Città in abito di penitenza né tempi di Carnovale…..in cui v’erano li stromenti di penitenza, e poi s’entrava nella Congregazione….”. Esisteva quindi a Termini Imerese pure una confraternita che durante il periodo di Carnevale usciva in processione, utilizzando addirittura strumenti di penitenza, che immaginiamo servissero a percuotersi; e con lo scopo evidente di “alleviare” i peccati dei nostri tanti altri concittadini che invece pensavano a divertirsi.

Ma un ulteriore e ben più importante documento conservato nella nostra Biblioteca Liciniana entra ancor più nello specifico e ci da contezza di come nell’anno 1800, e quindi ben 76 anni prima della nascita della “Società del Carnovale”, a Termini già si organizzassero feste carnascialesche, ed addirittura con il patrocinio del comune. Ecco cosa è scritto nelle carte una cui parte vi riporto in foto: “……trovai il salone della stessa occupato dalli preparativi alle recite comiche che stan in questo salone facendo alcune persone civili ai quali fu da questi giurati ivi dato luogo per tali recite. Non mi recò punto di meraviglia essendo cosa solita darsi detto salone a tale oggetto…….avendo intanto noi con rincrescimento inteso che si sia applicata cotesta Casa Giuratoria ai divertimenti del Carnovale….”.

Quindi a Termini, e già nel 1800, era prassi consolidata divertirsi a Carnevale; ed evidentemente ci dovevano essere anche degli “appuntamenti” fissi e ben definiti, per cui anche il comune contribuiva offrendo l’uso gratuito del teatro pubblico e quindi di fatto patrocinando ed istituzionalizzando l’evento. Credo quindi sia ormai chiaro che, al di la di altri eventuali possibili meriti, la Società del Carnovale di Termini Imerese nulla avesse inventato nel 1876; e quindi non regge nemmeno la tesi da qualcuno sostenuta, che essendo una analoga associazione nata a Palermo due anni prima, ovvero nel 1874, il Carnevale Termitano ne possa essere considerato l’erede diretto.

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