IL CORPO DEL GIUDICE BEATO LIVATINO TRA LA SUA GENTE
Un popolo rende omaggio alla salma del giudice Beato Rosario Angelo Livatino, esposta in pubblico dopo la ricognizione canonica.

Precisamente a quattro anni dalla beatificazione “in odium fidei” del magistrato Rosario Angelo Livatino, si è avviato l’iter per la ricognizione canonica delle spoglie del giudice. Tuttavia presso la chiesa di Santa Chiara di Canicattì si è riunito il tribunale per la Ricognizione Canonica del corpo del beato.
Dopo la fase canonica il corpo del giudice martire della Chiesa è stato mostrato alle migliaia di fedeli che ieri a Canicattì hanno partecipato alla celebrazione di via Rosario Livatino.
Il corpo è stato posto in un’urna trasparente con la sua immancabile toga e un vangelo in mano. Rosario Livatino, primo giudice beato della Chiesa cattolica, è stato omaggiato da migliaia di fedeli. La sua salma è stata esposta al pubblico per la cerimonia di venerazione, officiata dall’arcivescovo di Agrigento, Alessandro Damiano. Erano presenti le più alte cariche civili e militari della provincia. Un afflusso di persone, provenienti da tutta la Sicilia, ha partecipato a questo atteso evento. I sacerdoti hanno spiegato che il corpo di Livatino è stato trovato intatto e incorrotto; per la sua esposizione è stata realizzata una speciale maschera in silicone che riproduce i lineamenti del suo volto.
L’esposizione della salma si terrà solo tre giorni l’anno strettamente legati alla vita del Giudice Beato: il 21 settembre, giorno del martirio; il 29 ottobre, memoria liturgica e il 9 maggio, giorno della beatificazione, per il resto dell’anno sarà collocato dentro la sepoltura privilegiata, non visibile, nella cappella a lui dedicata nella Chiesa Santa Chiara di Canicattì.
Il magistrato di Agrigento, assassinato dalla mafia, esercitò la sua professione di giudice con la consapevolezza della sua vocazione. Lo fece da laico, senza considerarsi un consacrato. Durante il pontificato di Papa Francesco, è stato riconosciuto come martire per la fede (e, in modo implicito, per motivi di giustizia, come sottolineato da Giovanni Paolo II ad Agrigento nel 1993) e dichiarato beato il 9 maggio 2021. L’iter di beatificazione è accomunato a quello del Beato Pino Puglisi che come Livatino è stato ucciso in odium fidei.
Livatino esercitò la sua professione e missione di magistrato con la consapevolezza della sua vocazione. Lo fece da laico aderendo sia ai principi del diritto che ai principi cristiani. Tuttavia, questa sua condizione laicale e il suo approccio laico alla fede non gli impedirono di conciliare il rigore delle leggi statali con le esigenze, altrettanto serie e impegnative, del comandamento evangelico, che si fonda sull’amore. In questo senso, riuscì a unire la legge dei codici giuridici con la giustizia divina. Non a caso, apponeva alle sue sentenze in tribunale la sigla S.B.T., Sub Tutela Dei, affidando così il suo giudizio umano alla misericordia di Dio, che rappresenta la vera e suprema giustizia.