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Modi di dire: “E voi siete stati apparulati!? – di Nando Cimino

Anticamente, ancor prima che due ragazzi potessero fidanzarsi ufficialmente, era in uso iniziare con il cosiddetto “apparolamentu”

Chissà quanti si chiederanno adesso il vero significato di questo vocabolo che invece, e soprattutto fra il ceto contadino, era ancora parecchio di moda fin negli anni sessanta.

Infatti anticamente, ancor prima che due ragazzi potessero fidanzarsi ufficialmente, era in uso iniziare con il cosiddetto “apparolamentu”; ovvero con una sorta di presentazione che serviva da premessa per poi dare seguito al vero e proprio zitaggio. I due innamorati che se pur “ammucciuni” avevano ovviamente già raggiunto una qualche intesa, dovevano però rispettare questo protocollo; e dopo che il ragazzo ne aveva parlato con i propri familiari ci si dava da fare per portare l’ambasciata anche ai genitori di lei.

Era in genere uno zio del giovane che si occupava di questa incombenza e che, qualora ottenuta una risposta positiva, provvedeva ad organizzare un incontro tra le due famiglie. La “cerimonia” avveniva in genere di Domenica pomeriggio; ma spesso anche di sera, per evitare sguardi indiscreti. Anche i grandi così, tra un assaggio di scacciu e qualche bicchierino di rosolio, facevano conoscenza e contemporaneamente fissavano la data del fidanzamento.

Solo dopo infatti il giovane avrebbe avuto la possibilità di poter frequentare la casa della ragazza; ma non certo a piacimento bensì in giorni ed ore già stabilite. L’apparolamentu era di fatto una prassi obbligatoria; antica tradizione alla quale era impossibile non sottostare a meno che non si decideva di mettere in pratica la classica fuitina. Chissà cosa direbbero i giovani di oggi!!

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