Termini Imerese: ….”A Chiavi Santa” – di Nando Cimino
Era tradizione che per il Giovedì Santo, in occasione dell'allestimento dei Sepolcri, la Chiave del Tabernacolo, che tanti chiamavano a “Chiavi Santa”, venisse affidata ad un bambino; simbolo di purezza
Fino ai primi anni cinquanta del novecento a Termini Imerese era tradizione che per il Giovedì Santo, in occasione dell’allestimento degli Altari della Reposizione (Sepolcri), la Chiave del Tabernacolo, che tanti chiamavano a “Chiavi Santa”, venisse affidata ad un bambino; simbolo di purezza.
Quella chiave doveva essere gelosamente custodita dalla famiglia e restituita al sacerdote al momento della Resurrezione di Cristo. Il bambino, come mi narrava il Prof. Franco Amodeo, era indicato dal parroco tra quelli che avevano già fatto la Prima Comunione. La chiave veniva quindi portata a casa del prescelto e presa in consegna dai familiari che la riponevano accuratamente sopra un cuscino bianco. Sempre il Professore Amodeo, che da piccolo era stato uno degli affidatari della chiave, ricorda che la madre allestì addirittura un altarino; e la casa divenne meta di tanti vicini che, davanti a quell’altare, si inginocchiavano in preghiera.
Accadeva pure che il bambino, col vestito buono e come fosse una Processione, venisse accompagnato per tutto il quartiere ed anche da amici e parenti che si inchinavano e baciando la Chiave Santa bisbigliavano. “Sa laratu Gesù Cristu” (Sia lodato Gesù Cristo). Tanti davano pure offerte che poi venivano consegnate al sacerdote al momento della restituzione della chiave.
Tale pratica pare comunque non fosse in uso in tutte le chiese; ed è pure opportuno precisare che alcuni sacerdoti preferivano scegliere i bambini tra i poveri e gli orfanelli, ricoverati nei vari istituti della città. Anche questa tradizione nella nostra città è purtroppo scomparsa.