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Termini Imerese: “A Festa du Crucifissu Nivuru” – di Nando Cimino

La Preziosa Immagine in legno d'ebano venne donata alla città nel 1400 dal Re di Castiglia, era anche detta u Crucifissu di piscatura

Era una delle tante Feste che, almeno fin negli anni cinquanta del novecento, animavano la nostra città; e c’è da dire a tal proposito che, visto il gran numero di Chiese e di Santi che anticamente vi si veneravano, in tutto l’arco dell’anno c’erano almeno 30 Processioni, ovvero la media di una ogni 12 giorni.

Quella del Crocifisso Nero si svolgeva in genere nell’ultima Domenica di Luglio ed era organizzata da un attivo comitato di pescatori; infatti la Preziosa Immagine in legno d’ebano donata alla città nel 1400 dal Re di Castiglia; era anche detta u Crucifissu di piscatura, quasi in contrapposizione a quello dei Cappuccini conosciuto invece come Crucifissu di viddani. La Festa era preceduta da un Triduo Solenne mentre la Domenica mattina c’era la Messa cantata con Panegirico, durante la quale veniva chiamato a suonare il Maestro Rosario Castronovo che con il suo violino dava alla cerimonia un tocco di particolare suggestione.

La Processione muoveva nel tardo pomeriggio dalla Chiesa dell’Annunziata scendendo per la omonima via ed attraversando parte della città bassa. A vara era portata a spalla dai pescatori scalzi e seguita dalle autorità, dalla banda musicale e da una moltitudine di fedeli, tanti dei quali anche loro scalzi e con in mano ceri. Alla Processione partecipavano anche tanti devoti provenienti dalla vicina Trabia. La vara durante il suo tragitto faceva diverse soste; prolungata e particolare, perché vi si intonavano canti e lodi, era quella davanti alla Chiesa di San Bartolomeo in via Salemi Oddo; chiesa oggi non più aperta al culto, ma dove ancora si conserva un’altra pregevole immagine di Cristo in Croce. La vara veniva poi portata fino al mare; e questo per ricordare uno dei tanti miracoli attribuiti al Crocifisso Nero.

Un anziano quasi centenario raccontava infatti che anticamente, a seguito di un lungo periodo di penuria del pescato, si era invocata l’intercessione del Cristo dell’Annunziata; e lo si era portato proprio a mare facendogli toccare le acque. E si dice che la fede dei pescatori venne subito premiata e già all’indomani si ricominciò a pescare in abbondanza e si poterono così sfamare tante famiglie in difficoltà.

Il programma della Festa prevedeva anche tanti giochi popolari e soprattutto la cosiddetta ‘ntinna a mari; mentre a sera, prima dei fuochi d’artificio la banda musicale si esibiva sul palco alla marina che diventava luogo di passeggio e dove, al chiosco di Tricomi, si potevano assaggiare tanti gustosi gelati. Con la chiusura della Chiesa dell’Annunziata finì pure questa bella ed antica festa che, come ricorda Antonio Gatto, si svolse ancora per qualche tempo nella Chiesa di Sant’Anna; mentre oggi il Miracoloso Crocifisso dei Pescatori ha trovato “alloggio” in una delle Cappelle della Chiesa Madre.

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