Termini Imerese: Assolto il noto propagandista Jack La Bua
Non diffamò l’assessore alla Cultura Noemi Virzì, era “Critica politica”
TERMINI IMERESE – Risale a pochi giorni fa la sentenza con la quale il Giudice di Pace di Termini Imerese, Giovanna Milia, ha assolto Giacomo La Bua detto “Jack”, dall’accusa di diffamazione ai danni dell’ex Assessore alla cultura del Comune di Termini Imerese Noemi Virzì, per mancanza di prova che il fatto costituisca reato. La vicenda trae origine dal “grido di protesta” che il La Bua ebbe a far risonare in pubblica piazza la mattina del 25 maggio 2014, nel bel mezzo della campagna elettorale per le elezioni amministrative del Comune di Termini Imerese.
Secondo l’accusa, La Bua offendeva la reputazione dell’Assessore Virzì mediante l’uso del suo stesso impianto di amplificazione mobile, “diffondendo ripetutamente che la stessa in qualità di Assessore alla cultura del Comune di Termini Imerese aveva percepito delle somme indebite necessarie per finanziare la campagna elettorale”.
Jack La Bua, noto come propagandista per le vie cittadine durante le tornate elettorali e gli eventi ludici comunali, quella mattina, risentito del fatto che – a suo dire – i candidati alle politiche comunali, tra cui primeggiava proprio la Virzì quale referente per le attività di cultura e spettacolo, avessero “favorito” ditte di service non locali per le attività di propaganda elettorale a discapito di quelle locali. La Bua sbandierò così il suo libero pensiero fermandosi in piena Piazza Duomo e levando il suo grido di protesta servendosi del suo stesso impianto di amplificazione montato sulla propria autovettura.
“Le frasi vibranti pronunciate dal La Bua non offendevano l’onorabilità personale dell’assessore Virzì, che si trattava – dice l’avvocato Fabio Trombetta – di considerazioni sulla attività politico istituzionale, peraltro dirette a contrastare la sua candidatura politica”.
Per il Giudice di Pace di Termini Imerese dunque, pronunciando quelle frasi il La Bua non manifestò una volontà diffamatoria contro la moralità personale della Virzì, ma unicamente lo sconforto di un lavoratore che si vede escluso e che manifesta il proprio sentimento contestando l’andamento generale della politica attuale. Il Giudice al termine del processo ha perciò accolto la tesi difensiva dell’Avvocato Fabio Trombetta difensore del La Bua, riconoscendo nella condotta dell’imputato che ebbe ad impugnare il microfono rivolgendosi alla Piazza, l’esercizio del suo diritto di critica politica tutelato dalla Costituzione. Per questo motivo è stato assolto per mancanza di prova che il fatto costituisca reato.

“Conformemente ad un esame critico degli atti – commenta l’Avvocato Fabio Trombetta – la circostanza che il messaggio vocale amplificato sia rimasto “contenuto” nell’ambito della tematica attinente al grido di protesta per avere la classe politica rappresentata dalla Virzì estromesso le ditte locali di service a vantaggio di quelle esterne, senza mai investire in maniera gratuita il nucleo essenziale della personalità morale della Virzì, che non è risultata aggredita nel sé come persona, ma chiamata in causa per il suo operato politico di assessore alla cultura e allo spettacolo, è indicatore dell’esercizio di un diritto di critica politica.
Una critica dunque, quella posta in essere dal La Bua e in ultimo riconosciuta dal Giudice di Pace di Termini Imerese che, nonostante i toni aspri e “vibranti”, rientra nella scriminante dell’esercizio del diritto tutelato dal Codice”.