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Termini Imerese: Il Terremoto del 1906 – di Nando Cimino

Tante case crollarono; fu danneggiato anche il Palazzo Comunale, il Monastero di Santa Chiara, il Collegio di Maria e crollò quasi del tutto anche il vecchio carcere

Foto archivio privato Carlo Aguglia

Accadde la sera dell’undici Settembre 1906 Martedì. Erano da poco passate le 20,00 e tanti nelle loro case stavano cenando dopo una giornata di duro lavoro. All’improvviso la città fu colpita da una violenta scossa tellurica al cui epicentro, calcolato al largo del nostro golfo, fu registrata una forza pari al VII° grado della scala Mercalli.

Una di minore intensità era stata avvertita qualche giorno prima mettendo tutti in allarme; ma la violenza di questa seconda scossa fu tale da scatenare immediatamente il panico ed il fuggi fuggi generale in cerca di salvezza. Tante case crollarono; fu danneggiato anche il Palazzo Comunale, il Monastero di Santa Chiara, il Collegio di Maria e crollò quasi del tutto anche il vecchio carcere che poi, abbattuto nel 1908, avrebbe dato spazio alla attuale Villa Aguglia.

Le acque del Grand Hotel aumentarono di diversi gradi la loro temperatura mentre si abbassò di oltre la metà pure il livello delle sorgenti di Favara e di Brucato. Molte delle case danneggiate vennero dichiarate inagibili e per ospitare gli sfollati il comune fece allestire baracche di legno fuori Porta Euracea (Porta Baddoma), in Piazza Duomo ed al piano del Torracchio. Arrivò anche l’esercito con muli e carri portando tende che, come è scritto nei registri, furono messe a disposizione dal 33° fanteria di stanza a Girgenti e dal 24° fanteria di Palermo.

Il Tribunale, fortemente danneggiato ed in attesa di verifiche, venne trasferito nelle scuole di San Lorenzo che, a loro volta, trovarono ospitalità in alcuni locali attigui alla chiesa di Santa Lucia. A tale scopo, prevedendo tempi lunghi per la normalizzazione, al Belvedere venne anche allestita una baracca scuola. Ed in effetti la situazione tardò parecchio a ristabilirsi e quell’anno fu per i termitani un brutto Natale. Le cronache dell’epoca ci parlano infatti di un continuo sciame sismico che aumentò proprio nel periodo delle feste e raggiunse il suo apice con un’altra forte replica che si registrò agli inizi del nuovo anno, ovvero alle 4,40 del 21 Gennaio 1907.

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