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Quando si portava “u cannistru a zita” – di Nando Cimino

E' una tradizione ormai quasi del tutto scomparsa che almeno nella mia città, Termini Imerese, rimase comunque in uso fin negli anni sessanta

Si avvicina la “festa” dei morti; e così ho pensato di ricordare insieme a voi, alcune antiche tradizioni che ne scandivano lo svolgersi. Tra queste ovviamente non poteva mancare la particolare usanza di portare u cannistru a zita.

Per la festa dei morti infatti non erano solo i bambini a beneficiare dei regali; ma anche tante ragazze che, per l’occasione, ricevevano in dono dal proprio fidanzato il cosiddetto “cannistru”. E’ una tradizione ormai quasi del tutto scomparsa che almeno nella mia città, Termini Imerese, rimase comunque in uso fin negli anni sessanta.

U cannistru altro non era che un cesto più o meno grande, che il fidanzato proprio in occasione della festa dei morti, donava alla propria amata portandolo personalmente a casa della ragazza accompagnato dai genitori. La cosa avveniva di solito in pieno giorno ed il primo Novembre, festa di Ognissanti; e si faceva di tutto affinché il vicinato potesse accorgersi dell’arrivo del regalo. Pieno di frutta di martorana, di viscotta ammiscati, e dell’immancabile pupo di zucchero, anzi in questo caso di una coppia masculu e fimmina; il cannistru, qualora le condizioni economiche lo consentivano, poteva celare al suo interno anche una qualche preziosa e piacevole sorpresa.

Ma tutti i cannistra erano comunque ancor più scenograficamente arricchiti con confetti, caramelle, cioccolatini e soprattutto con tanti nastrini colorati. Nastrini e confetti che venivano abbinati nei colori rosa o celeste per indicare, ma evidentemente era solo una speranza, le preferenze di sesso nella eventualità di future nascite; ovviamente a matrimonio avvenuto! Ma la cosa più gioiosa e più attesa dai bambini era quando a zita, affacciandosi alla porta, rendeva partecipi della propria gioia i piccoli del vicinato donando loro qualche confetto o qualche biscotto di quelli avuti in regalo con il cannistru. Erano scene semplici di vita popolare di una volta; scene ormai ammuffite nel vecchio cassetto dei ricordi!

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