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Termini Imerese: Arriva il Cinema, 8ª puntata – di Nando Cimino

Le cronache dell'epoca raccontano che subito dopo la seconda guerra mondiale, delle circa 1200 sale cinematografiche attive in Italia, almeno la metà erano proprio di tipo parrocchiale

Come avrete capito siamo arrivati quasi alla fine degli anni cinquanta periodo in cui, e già da tempo, si era anche diffusa la “moda” delle sale parrocchiali. Le cronache dell’epoca raccontano che subito dopo la seconda guerra mondiale, delle circa 1200 sale cinematografiche attive in Italia, almeno la metà erano proprio di tipo parrocchiale.

Non erano ovviamente stabili e venivano allestite negli oratori o comunque in altri spazi a disposizione delle chiese dove il cinema costituiva spesso una attività integrativa al catechismo. A Termini Imerese ricordo bene che proprio in quegli anni Padre Michele Sarullo, arciprete della Maggior Chiesa, utilizzava il capiente salone parrocchiale per vari incontri ricreativi a cui partecipavano tanti ragazzini ma spesso anche famiglie e suore. C’è chi mi racconta, ma non ne ho personali ricordi, che ciò avvenisse pure a Termini Bassa nella Chiesa del Carmelo. I films come immaginerete erano tutti a sfondo religioso e giusto in quegli anni spopolava “Marcellino Pane e Vino”.

Anche la politica locale si lasciò ammaliare dal cinema; e proprio in tal senso a Termini Imerese era molto attivo il Partito Comunista Italiano che aveva la sua sede in un capiente basso nei pressi del Belvedere e che non di rado, tra le sue attività ricreative, metteva in programma pure “u cinima”. I film erano ben selezionati e quasi sempre si trattava di pellicole il cui principale scopo era quello della propaganda politica; l’ingresso era gratuito ma potevano entrare solo quelli che avevano la tessera del partito.

Nello stesso periodo prende piede anche la consuetudine di proporre film didattici alle scolaresche; ciò avviene grazie al fatto che l’industria cinematografica aveva già sperimentato il formato in 16 mm che, sia per la ripresa che per le proiezioni, consentiva di utilizzare macchine più maneggevoli. Il primo film in assoluto che vidi fu infatti proprio grazie alla scuola. Frequentavo la quarta elementare nella nuova struttura del Santo Padre in via Ostia; ed una mattina il nostro maestro che si chiamava Giuseppe Campagna e veniva da Cefalù, appena entrato ci comunicò che da li a poco saremmo andati insieme ad altre classi a vedere un film.

Ci fecero uscire dalle aule e ci portarono in un vicino stabile proprio accanto alla vecchia Chiesa di San Francesco di Paola. La struttura che era anche stata sede scolastica, agli inizi della seconda guerra mondiale aveva ospitato, se pur per breve tempo, una scuola di addestramento per giovani ufficiali poi impegnati in operazioni di guerra nel mediterraneo. La proiezione durò non più di mezzora e si trattò comunque non di un vero e proprio film ma di un documentario in bianco e nero che, credo di ricordare, trattasse di Sicilia e di emigrazione. Era l’anno 1959. Domani ultima puntata e…..FINIU U FILM!!

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