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Termini Imerese: Con la voce di Pietro Grasso, il giudice Borsellino insegna legalità

Toccante il suo ricordo a Falcone in quell’accendino che ha commosso i ragazzi dell’I.I.S.S. G. Ugdulena di Termini Imerese. Quella fiamma vive ancora…

Il magistrato Pietro Grasso oggi ha incontrato, gli studenti dell’I.I.S.S. G. Ugdulena di Termini Imerese, per rispondere alle domande dei giovani inerenti alla legalità, alla Costituzione e sul contrasto alla mafia, nell’ambito del progetto di lettura del libro “Paolo Borsellino parla ai ragazzi”.

Ad accogliere il Presidente Grasso il Dirigente Scolastico, Patrizia Graziano, la professoressa Eleonora Lo Bue.

Protagonisti della giornata sono stati gli studenti in un dibattito col magistrato.  Pietro Grasso ha risposto a tutte lo loro domande dando anche dei consigli di vita per un futuro migliore nel rispetto della legalità. Ad organizzare l’evento è stata la Demea Eventi Culturali.

“Questo incontro -ha sottolineato la preside Graziano-rientra in due attività fondamentali della nostra scuola che sono il progetto di lettura del libro in memoria del giudice Paolo Borsellino e l’attività di Educazione Civica supportata dai Professori Maria Tardio, Marcella Di Vittorio e Catalin Dioguardi. Per favorire la promozione culturale -continua la Preside- la riflessione e il dibattito sui temi della legalità e del contrasto alle mafie sono il punto di partenza”.

Grasso si è detto “molto felice di portare Scintille per la scuola, in tantissime classi, perché anche da questo piccolo seme potrà partire una nuova primavera di legalità”.

Si tratta di un progetto -continua la professoressa Eleonora Lo Bue, referente del progetto lettura- che ci permette di promuovere valori di giustizia e responsabilità civica, aspetti chiave del nostro impegno verso le comunità in cui operiamo e del nostro sforzo continuo per creare valore sostenibile per il futuro”.

Toccante è stata la conclusione della conferenza. Pietro Grasso ha voluto chiudere ricordando Giovanni Falcone. “Due settimane prima della sua morte -racconta- Giovanni mi diede il suo accendino dicendomi che non era un regalo ma che lo dovevo custodire perché da quel momento voleva smettere di fumare. Quell’accendino io non l’ho più restituito ma, è sempre con me in memoria del suo ricordo. Mi basta toccarlo e quell’accendino mi aiuta a superare le difficoltà della vita. Spero che questa fiammella accenda le fiaccole che voi porterete nella vostra vita seguendo i valori e le idea di Giovanni Falcone con le vostre gambe”.

IL VIDEO

Catalin Dioguardi

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