Termini Imerese: La Confraternita dell’Immacolata della Madrice – di Nando Cimino
A Cunfratrìa nasce ufficialmente il 26 Marzo del 1884 con approvazione ecclesiastica dell'Arcivescovo di Palermo Michelangelo Celesia
Dopo avervi fatto conoscere quelle di Porta Palermo e della Madonna della Neve, voglio adesso parlarvi anche della Confraternita della Immacolata del Duomo.
A cunfratrìa, così come venivano anticamente chiamate a Termini, nasce ufficialmente il 26 Marzo del 1884 con approvazione ecclesiastica dell’Arcivescovo di Palermo Michelangelo Celesia. Ma la sua origine potrebbe essere ben più antica; essa infatti ed a ragione, può essere considerata erede diretta della vecchia “Opera del Grano” che già esisteva nella stessa chiesa e che, come la attuale, si occupava proprio del culto della Madonna e della organizzazione della processione e dei festeggiamenti.
Si presume infatti che tale “Associazione” dovesse esistere già nella seconda metà del seicento; ovvero quando nel Duomo venne fatta costruire la magnifica cappella che ancora oggi possiamo ammirare nel transetto di sinistra, con la statua in oro della Madonna. La attuale confraternita nasce quindi nel 1884 con l’originario nome di “Confrati della bara di Maria SS. Immacolata”; ed era popolarmente conosciuta come “a cunfratrìa di viddani”. Perchè vi chiederete? Perchè quando fu fondata, tra i suoi 38 capitoli ovvero articoli di statuto, era previsto che vi si potessero iscrivere solo gli appartenenti al ceto dei contadini. Oggi, al passo con i tempi, alla Confraternita della Immacolata può aderire chiunque e dal 2003 anche le donne.
Tra tutte le Confraternite Termitane è quella che può contare sul maggior numero di iscritti; ed ancora oggi, come da antica tradizione, si occupa di custodire “a vara”, di portare in processione il simulacro ed organizzare i festeggiamenti. Ma gli stessi collaborano anche con tanto impegno e genuina fede a numerose iniziative benefiche ed alle attività pastorali della chiesa. Durante il periodo del Novenario i Confrati siedono abitualmente nel coro; luogo anticamente riservato ai presbiteri ma anche ai coristi, da cui il nome, e ciò non va inteso come un privilegio, bensì come atto di fede e segno ed esempio di vicinanza e di servizio nei confronti della Immacolata; la cui statua in quei giorni troneggia al centro del catino absidale.