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Termini Imerese: La storia di Santa Marina – di Nando Cimino

Parleremo anche delle sue origini; visto che tanti ritengono possa esser nata proprio a Termini ed in particolare nell'antico e non più esistente borgo di Scanio

La prima Domenica di Settembre Termini Imerese, come da tradizione, festeggia Santa Marina sua Compatrona. E’ bene precisare per completezza di informazione che, oltre alla “nostra” Santa Marina, la chiesa venera anche altre Sante con lo stesso nome; e tra queste vi segnalo Santa Marina di Orense, Santa Marina di Spoleto, Santa Marina di Omura, Santa Marina o Margherita di Antiochia e la ben più conosciuta Santa Marina di Bitinia che, per la sua singolare storia, è detta anche “la Travestita”.

Conosceremo quindi la storia di Santa Marina e parleremo anche delle sue origini; visto che tanti ritengono possa esser nata proprio a Termini ed in particolare nell’antico e non più esistente borgo di Scanio. In realtà diversa cosa narrano gli storici che, in base ad altre fonti, ne collocano invece la nascita in un’altra località in provincia di Messina. Ma andiamo con ordine e vediamo di tracciare i tratti essenziali della vita “convulsa” di questa santa che per distinguerla dalle altre chiameremo “la Siciliana” e che ho cercato di sintetizzare il più possibile. Racconto che è giusto precisare poco o nulla ha di veramente storico ed attendibile. Si tratta infatti in questo caso di un testo agiografico del 1308 che, così come altri, si basa principalmente su racconti tramandati a voce.

Il testo ci dice che questa Santa apparteneva ad una famiglia definita di “….persone di buona reputazione i quali avevano di che vivere sufficientemente e si chiamavano Pandariti…..”; riguardo al luogo di nascita è scritto invece che si trattava di un “…villaggio umilissimo e molto povero che si chiamava Skanìo….”.

Di Marina si racconta che, nonostante le insistenze dei genitori, decise sin da giovane di non sposarsi e di consacrare la sua vita a Gesù; e che, toccata dalla Grazia del Signore, già in vita compì diversi miracoli. Tra questi è riportata la guarigione di una ragazza paralitica e quella di un cieco che ritornò a vedere. Si narra poi che, maturato il desiderio di visitare la Terra Santa, ma qui il racconto si confonde con quello di Santa Marina di Bitinia, per poter partire si fece tagliare i capelli travestendosi da uomo e facendosi chiamare Marino; e ciò con lo scopo di potersi imbarcare come marinaio in una nave che stava per salpare alla volta di Gerusalemme. In Terra Santa la giovane Marina rimane per circa tre anni e si fa monaca basiliana vivendo in preghiera e solitudine. Assalita dalla nostalgia, data la sua giovane età, decide di fare ritorno a Scanio per rivedere i genitori. Ma il richiamo dei luoghi di Cristo è più forte ed ella, dopo poco tempo, riparte nuovamente per la Terra Santa; e questa volta vi rimane, attraversando varie vicissitudini, per circa dieci anni.

A questo punto la sua storia (?) diventa un andirivieni da quei luoghi; Marina infatti dopo non molto tempo ritorna di nuovo a Scanio ma stavolta trova i genitori già morti; e quindi decide di ripartire nuovamente. Ci sarà però ancora spazio per un ritorno, stavolta l’ultimo, nel suo luogo di nascita; dove Marina, poco più che quarantenne, muore. – Come vedete si tratta di una storia maliosa, probabilmente in buona parte inventata dall’agiografo, vuoi perché privo di vere fonti storiche, vuoi per enfatizzarne al massimo la figura.

L’immagine che vedete qui raffigurata è quella di un vecchio santino in cui Santa Marina è descritta come “Vergine Termitana”. Ma è veramente così? Precisiamo intanto che Santa Marina “Siciliana” diviene compatrona di Termini solamente nel 1807 quando, così si racconta, per sua intercessione cessò una grave epidemia. Altra notazione, anche questa storica, è che nel 1730 proprio nelle alture del Bragone, dove si ritiene sorgesse l’antico borgo di Scanio, furono condotti degli scavi alla ricerca della sepoltura e dei resti mortali di Santa Marina; ma come era ovvio nulla si trovò. E del perché di questa “ovvietà” vi renderete subito conto leggendo il seguito. Infatti secondo altre qualificate fonti, Santa Marina in quel luogo, e quindi a Termini Imerese, non solo non vi era nata ma probabilmente non c’era mai stata. Certamente anche in merito a questa affermazione non si hanno sicurezze; ma è giusto che sappiate che in Sicilia esiste un’altra località che di questa santa rivendica i natali. Si tratta di un piccolo centro in provincia di Messina ovvero Castell’Umberto, l’antica Castania, dove guarda caso si dice esistesse pure li una contrada con un casale di nome Skanìo e dove, vedi fatalità, abitava pure li una famiglia detta dei Pandariti. Bella storia direte! Si perché da quelle parti sono pure certi che fu da quella famiglia che nacque Santa Marina “la Siciliana”; santa di cui si narra una storia praticamente identica a quella della nostra Marina (termitana?), e che per tantissimi anni è stata anche patrona principale di quella comunità. In tal senso l’illustre storiografo Francesco Nicotra vissuto sul finire dell’ottocento così scrive:

“…Santa Marina vergine nacque nel castelletto chiamato Scanio….ed alla sua morte, dietro le peregrinazioni e le vicende di una santa vita, fu seppellita nella chiesa del monastero di Santa Maria di Mallimaco (Castell’Umberto prov. ME). Il di lei corpo fu poi traslato a Catania, per ordine dell’infante Martino, che con due diplomi ne ordinò la traslazione nel 1392…” Ma sarà andata veramente così? E dove si potrebbero trovare oggi queste reliquie a Catania o a Castania, borgo i cui ruderi, a differenza che a Termini Imerese, sono ancora ben visibili, compresi quelli del monastero di Santa Maria? Insomma così come per il Beato Agostino Novello, anche nel caso di Santa Marina, anzi forse ancor di più, non potremo mai affermare che si tratti di una nostra concittadina.

Secondo il racconto che si tramanda invece fra i devoti termitani il villaggio, ma probabilmente era solo un casale, dove Marina si pensa sia nata, si trovava nelle alture del Bragone in prossimità del fiume San Leonardo e non è quello di Skanìo di Castania in provincia di Messina di cui vi ho già detto. Personalmente e spero nessuno me ne voglia, almeno per come ce ne viene raccontata la storia, ho seri dubbi che sia veramente esistita una Santa Marina “Siciliana” che fosse di Termini o di Castania, ovvero di Scanio o Pandarita. Molte, anzi troppe, sono infatti le analogie con la vita della ben più nota Santa Marina di Bitinia, il cui culto si era ampiamente diffuso in Sicilia grazie ai monaci basiliani giunti nella nostra isola intorno all’ottavo secolo.

Assai probabile è invece che le vicende della “nostra” Santa Marina, frutto di racconti confusi e leggendari, che sono stati tramandati a voce nel corso di molti secoli, siano state mischiate ed equivocate proprio con gli altrettanto intricati avvenimenti di Santa Marina di Bitinia; ingenerando della stessa quasi una forma di sdoppiamento. In ambedue le storie infatti Marina si fa monaca basiliana; in entrambi i casi e se pur per motivi diversi, ella si traveste da uomo e si fa chiamare Marino; ed in ambo le storie alcune fonti ne indicano la morte pure alla stessa età. Insomma quasi un racconto fotocopia per due sante però diverse. Possibile!? – Ovviamente se così fosse, e per buona pace di tutti, Santa Marina di Bitinia non è nata ne a Termini Imerese ne a Castell’Umberto.

A questo punto ognuno tragga le proprie conclusioni. Io ovviamente non pretendo di avervi raccontato delle verità storiche che peraltro in questo caso non esistono; ma solo di avervi dato degli spunti di riflessione. E comunque, a scanso di equivoci, chiunque essa possa esser stata….. “Viva Santa Marina”!

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