Termini Imerese: C’era una volta u Crucifissu ri Bonfurneddu – di Nando Cimino
Esisteva anticamente anche una piccola chiesa dove i contadini impegnati nel lavoro dei campi, potevano appagare le loro necessità spirituali
In questi giorni vi ho parlato della vecchia stazione di Buonfornello, popolarmente conosciuta come “a stazioni ri viddani”. Ma li nei pressi, anzi quasi sopra le rovine del tempio di Imera, esisteva anticamente anche una piccola chiesa dove i contadini impegnati nel lavoro dei campi, potevano appagare le loro necessità spirituali.
Quando sul finire degli anni venti Pirro Marconi riportò alla luce il tempio, la chiesa venne abbattuta e poi ricostruita dall’altro lato della strada accanto ad un antico caseggiato rurale. Qui ogni anno, e se ne hanno ricordi almeno fin oltre la metà del secolo scorso, si festeggiava il SS. Crocifisso; ed era una giornata all’insegna della preghiera ma anche del divertimento.
In tanti, con il treno o con l’autobus, arrivavano da Termini; e non pochi, con muli e carretti, scendevano pure dal vicino borgo di Villaurea. L’atmosfera che si viveva era simile a quella tipica del giorno di pasquetta. Molti infatti, per la felicità dei bambini, si sistemavano nelle campagne circostanti ed improvvisavano grigliate e giochi all’aria aperta. Durante la giornata si partecipava alle messe e poi nel pomeriggio si andava tutti in preghiera alla processione, che snodava il suo tragitto lungo la strada statale.
Come ben ricorda pure l’amico Antonio, si iniziava di buon mattino con lo sparo dell’alborata e poi, a far da cornice alle celebrazioni religiose, c’era u jocu ri pignateddi e a cursa ri sacchi. Prima che calasse la sera un fragoroso sparo di mortaretti segnava la fine della festa; e tutti lodavano Gesù Crocifisso.
Anche questi sono ricordi di un lontano passato che, in questo caso, ci vengono testimoniati dalla foto condivisa da Fabio Chiaramonte e ben ce ne lasciano immaginare l’atmosfera.