Termini Imerese: I pirati assaltano la marina – di Nando Cimino
La Porta della "Piscaria" era una delle zone più sorvegliate di Termini; infatti, non di rado, e proprio li nei pressi, si verificavano anche attacchi dal mare da parte di gruppi di pirati
Una delle principali porte di Termini era quella detta della “Piscaria”. Si trovava nella parte bassa della città e veniva così denominata perchè attraverso di essa passavano i tanti pescatori per raggiungere il mare e le loro imbarcazioni.
La porta, oggi non più esistente, era in corrispondenza di quello che è il sottopassaggio ferroviario in fondo alla via Felice Cavallotti; strada che allora si chiamava proprio via di Porta Pescaria e successivamente anche via Italo Balbo. Tra il settecento e la prima metà dell’ottocento, era quella una delle zone più sorvegliate di Termini; infatti, non di rado, e proprio li nei pressi, si verificavano anche attacchi dal mare da parte di gruppi di pirati.
Un documento comunale di quegli anni riporta testualmente che: “…pella sicurezza di questo littorale di Termini… minacciato dalla flottiglia barbaresca …converrà invitare alle armi tutti quelli che ne sono provveduti e sono in grado di manigiarle…assegnando a ciascuno una data porta della città con certo tratto di muraglia…”.
A tale scopo era stato creato anche un corpo volontario di “Guardie Littorali” di cui, sempre in un registro d’epoca, vengono indicati pure i nomi e le caratteristiche fisiche che, in mancanza di foto, servivano per facilitarne il riconoscimento. Erano:
- Santo Calderone sposato, di mestiere fabbricatore, del fu Giovanni e della fu Caterina Duleva nato a Termini Imerese nell’anno 1783, spirlungo e con capelli e ciglia nere.
- Salvatore Passafiome sposato, di mestiere calzolaio figlio di Saverio e di Filippa Mancuso nato a Termini Imerese nel 1786, viso tondo capelli e ciglia castagno chiari, occhi celesti.
- Ignazio Lacavara sposato, di mestiere (vive del suo) figlio del fu Diego e della Giuseppa Crasto, nato a Termini nel 1791., viso tondo capelli e ciglia castagni, occhi castagni.
- Baldassare Amato sposato, di mestiere bottaro, figlio di Ignazio e di Grazia…nato a Termini nel 1787, spirlungo, capelli e ciglia biondi, occhi celesti.
- Antonio Sperandeo di mestiere fabbricatore, sposato, figlio di Benedetto e della fu Angela Mascale, nato a Termini nell’anno 1782 viso spirlungo capelli e ciglia neri, occhi castagni.
- Saverio Artesi, sposato, di mestiere falegname, figlio di Francesco e della fu Maria Vittoria; nato a Termini nel 1784 viso tondo occhi castagno chiari capelli e ciglia castagno oscuri.
- Arcangelo Garofalo di mestiere calzolaio; sposato, figlio del fu Antonino e di Rosalia Lacava, nato a Termini nel 1789, viso tondo, capelli e ciglia castagno chiari.
- Antonino Teresi di mestiere fabbricatore, sposato; figlio del fu Giuseppe e di Giuseppa Torregrossa, nato a Termini nel 1781, viso tondo, occhi celesti chiari, capelli e ciglia castagni e con un neo sotto il labbro sinistro.
- Agostino Sgarlata di mestiere fabbricatore, sposato; figlio di Giuseppe e della fu Ignazia denaro, nato a Termini nel 1785, viso bislungo, capelli e ciglia castagni, occhi castagni oscuri.
- Francesco Corriero di mestiere calzolaio, sposato; figlio di Giuseppe e della fu Maria Arena, nato a Termini nel 1785, viso spirlungo, capelli e ciglia castagni chiari, occhi castagni chiari.
- Gabriele Castiglia di mestiere falegname, sposato; figlio di Francesco e di Francesca Larosa, nato a Termini nel 1787, viso tondo, capelli e ciglia neri, occhi castagni chiari, tarlato di vaiolo.
- Giuseppe Indovina di mestiere fabbricatore, sposato; figlio di Vincenzo e di Antonina Castiglia, nato a Termini nel 1789 circa, viso tondo capelli e ciglia castagno chiari, occhi celesti.
Come si vede, anche queste notizie di fatti, magari considerati minori, sono invece a mio avviso di particolare interesse per raccontare aspetti di vita popolare della nostra città che, diversamente, risulterebbero assolutamente sconosciuti. Esse, peraltro, ben completano un particolare quadro storico della intera nostra terra di Sicilia che per tanti anni, e fin nel XIX secolo, fu meta di incursioni da parte di numerose bande di pirati barbareschi. Essi provenivano in genere da paesi come Marocco, Tunisia, Algeria; e durante le loro scorrerie, oltre a depredare le città costiere, spesso facevano prigionieri e violentavano donne.
Tornando a Termini Imerese è possibile fare un cenno anche ad alcuni dei nomi di questa squadra di “valorosi” volontari che, a rischio della loro vita, si erano resi disponibili a difendere la città; e spesso, per come ci dicono ancora i documenti, anche senza armi e con l’uso di sole pietre. Tra i cognomi troviamo quello di uno Sperandeo ancora oggi ben presente a Termini e figlio di tale Angela Mascale quest’ultima sicuramente una attuale Mascari; poi un Corriero che corrisponderebbe all’attuale Curreri; poi un Passafiome oggi Passafiume.